Mio figlio non vuole (mai) fare i compiti scolastici. Cosa fare (o non fare)?

“E’ più facile insegnare che educare, perché per insegnare basta sapere, mentre per educare è necessario essere”

Roberto Benigni

Una famiglia su due, per stare larghi di manica, è impegnata quotidianamente a far fare i compiti scolastici ai figli; un genitore su tre è occupato quasi a tempo pieno. Far fare i compiti al figlio spesso è un’agonia per entrambi i genitori.

Chiacchierando con i genitori, se si accenna ai compiti scolastici letteralmente sbiancano in volto, e le loro mani vanno direttamente sui capelli!

Come mai i compiti scolastici sono diventati per i genitori un incubo? e quali sono gli elementi che entrano in gioco per procurare tale fibrillazione?

Ciao Ale, sono tutt’orecchi, perché passo ore con mio figlio sui compiti scolastici: e dai, sù, forza dai che cominciamo, glielo devo dire mille volte prima che si sieda sulla sedia; poi non capisce che cosa deve fare, spesso non riesce a fare qualche esercizio… e allora dai un piccolo aiutino… poi deve alzarsi perchè ha fame, e poi c’è…

La prima cosa da chiedersi è: di chi sono i compiti?
Di tuo figlio! e allora come mai i SUOI compiti sono un’agonia per te?, casomai dovrebbero essere un’agonia per lui, ma questa cosa lo diventa anche per te, come se fossero i TUOI compiti.

Beh Ale, certo che interessa anche me perché se poi va male a scuola e viene bocciato, sono anche azzi miei, perderà un anno della sua vita e poi diventerà un fallito, mi dispiace per lui… gli altri penseranno che sono un genitore che non si interessa al figlio…

“La nuova alleanza tra genitori e figli disattiva ogni funzione educativa da parte dei genitori che si sentono piú impegnati ad abbattere gli ostacoli che mettono alla prova i loro figli per garantire loro un successo nella vita senza traumi, che non a incarnare il senso simbolico della Legge.”

Massimo Recalcati

…e perderà un anno, e diventerà un fallito, e poi se va male a scuola ti senti un genitore sconsiderato, cosa penseranno gli altri di te… La questione come vedi, ti prende in causa personalmente.

Eh certo che mi prende in causa; solo a sentire queste cose mi fa agitare.

Prova a chiederti: che cosa può fare di tuo figlio un fallito? Il fatto di andar male a scuola e, ma non è detto, di perdere un anno di scuola?

Tuo figlio diventa un fallito se non realizza sé stesso, se non impara ad affrontare le prove della vita, se non si rialza quando cade, se non impara dai suoi errori…

Il centro della questione invece è che ti dai tanto da fare perchè se va bene a scuola tu sei bravo, e se invece va male sei un cattivo genitore.

Beh sai Ale, qualche piccola aspettattivina su mio figlio ce l’ho, voglio che diventi qualcuno…

Certo, ma è importante che impari a tenerle a bada le aspettative, sono queste che ti fanno tanto scombattere e sono il motivo per cui ti dai tanto da fare: per sentirti realizzato anche tu, attraverso tuo figlio!

Sai Ale, mi sembra quasi di aver capito? Mi stai dicendo che devo stare al mio posto e non devo confondere lui con me? Eh però è mio figlio, mi viene spontaneo aiutarlo!!

Se tuo figlio non vuole fare i compiti, riguarda lui non te! Non sono i tuoi compiti.

Aiutalo a vedere per quale motivo non vuole farli, indaga, confrontati con lui. Se per esempio va a scuola con i compiti da fare, imparerà da questo fatto; sarà un’esperienza che lo farà crescere. La stessa cosa vale per la perdita di un anno scolastico, e te lo dice uno che questa esperienza l’ha fatta. Ricordo ancora la mazzata quando ho visto nel cartellone scolastico: Non Ammesso!! Ma da lì sono ripartito.

Gli ostacoli gli servono per CRESCERE perchè attivano le sue risorse interiori.

“Il disagio dei nostri figli non è piú centrato sull’antagonismo tra le generazioni, ma sulla perdita della differenza e, dunque, sull’assenza di adulti in grado di esercitare funzioni educative e di costituire quell’alterità che rende possibile l’urto alla base di ogni processo di formazione. Il malessere attuale della giovinezza non risiede nell’opposizione tra sogno e realtà ma nell’assenza di sogno.”

Massimo Recalcati

Sostituirti a lui non lo aiuterà a realizzare se stesso, esattamente il contrario. Avrà sempre bisogno di un aiuto esterno per andare avanti perchè non avrà imparato a fare da solo. Se vuole giocare lascia che giochi ma aiutalo a comprendere che ha dei compiti da realizzare e che deve ritagliarsi il tempo per farli. Stai su questo punto, aiutalo in questo, finché non lo realizzerà dentro di sé e poi sarà in grado di farlo da solo (per approfondire puoi leggere Aiutare mio figlio a crescere. Sì ma Come?).

Tuo figlio piano piano riuscirà ad organizzarsi, a superare la frustrazione quando non riesce in qualcosa, sperimenterà che se si impegna riesce, e questo lo farà stare bene, acquisirà fiducia in se stesso!

Non sentirti un cattivo genitore se non stai al suo fianco per ore affinchè faccia i compiti; ricorda che la tua realizzazione non può dipendere dalla sua, siete due persone diverse.

Appianargli la strada non lo aiuterà a crescere e a realizzare se stesso, esattamente il contrario.

Certo sono con te, ti dispiace vederlo che è in difficoltà, che soffre e lo vuoi aiutare togliendogli gli ostacoli di mezzo; ma le situazioni conflittuali gli servono, lo fanno crescere, sono una fonte di grandi insegnamenti!

Di che cosa ha bisogno tuo figlio?

  • Di fare esperienze
  • Di imparare a fare da sé
  • Di imparare che ci sono delle conseguenze ai suoi comportamenti
  • Di imparare la responsabilità per la sua vita
  • Di imparare che se una cosa non la sa fare, se si impegna può riuscirci, e scoprire tutto questo darà a lui una grande soddisfazione personale (perchè l’ha fatta da solo!)
  • Di imparare che ci sono dei compiti che vanno fatti (anche se non si ha tanta voglia)
  • Di imparare che nella vita ci sono gli alti e i bassi
  • Di imparare a cavarsela…

Accompagnalo con leggerezza e amore a fare da sé, a prendersi cura e responsabilità per la propria vita!

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